Sono le cinque di mattina, i fedeli si sono riuniti davanti alla Chiesa Madre di Alberobello, pronti per intraprendere il pellegrinaggio verso la Chiesa di Barsento. Sono tutti in tenuta sportiva, scarpe da ginnastica, comode per il cammino, felpe e giacche per ripararsi dal freddo mattutino. Il cammino comincia, le strade sono illuminate dalle luci del paese, che diventano sempre meno presenti pian piano che ci si avvicina alla campagna.

Il numeroso gruppo è composto da giovani e anziani; nonostante l’oscurità sono visibili al buio le suore – nella loro tenuta chiara – e il grigiore della nuca degli anziani, che insieme al parroco recitano il rosario. I giovani, invece, si riconoscono per le felpe, gli zaini e gli smartphone, con cui si fanno strada nell’oscurità per evitare di inciampare.

Sono quasi le sei: i primi lavoratori si fanno strada con le loro auto attraverso i pellegrini; e i giovani, che prima erano dietro agli anziani e al parroco, ora sono in testa alla folla di fedeli,  lieti di essere quasi giunti a destinazione.

Dopo due ore di cammino i devoti sono arrivati alla meta, la chiesa di Barsento, accolti dal sole mattutino e il miagolii di due gatti che vivono il piazzale. A pochi minuti dalla celebrazione, i giovani si concedono una sosta all’ombra di un grande albero; gli altri li precedono in chiesa e prendono posto per assistere alla funzione.

Il parroco indossa la sua tunica e comincia il rito con il segno della croce. I fedeli replicano il gesto e i più lo seguono attenti; gli altri sono ormai stanchi per la lunga passeggiata.

«La messa è finita, andate in pace». Con questa frase i fedeli si congedano dopo la benedizione. Pochi istanti e tutti si sparpagliano: all’aperto sono attesi da code di auto che li aspettano per riportarli a casa.

Altri, i più coraggiosi, ritornano fieri a piedi.
Barsentum
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